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Il cotoneaster
Essenza originaria della Cina occidentale, fa parte della famiglia delle rosacee. Portamento strisciante anche se esistono esemplari come il C. integerrima che può raggiungere i 2 metri di altezza. Il tronco è di colore grigiastro, l'integerrima bruno/rossastri i rami principali crescono verso l'alto mentre i rami secondari, che sono moltissimi, si espandono immediatamente in larghezza allungandosi molto. Le foglie, alterne, sono verde scuro e lucenti di dimensioni varie a seconda della specie da 5mm a 12cm. nel lato inferiore grigiastre e pelose quelle giovani. Il fiore singolo o a grappoli varia nei colori bianco rosso e rosa, il bianco è in genere il più profumato. Sia in natura che nelle cultivar possono essere caducifoglie o sempreverdi. Stranamente e, aggiungo purtroppo, è una pianta poco considerata nel modo bonsaistico difatti è piuttosto raro vederne nelle mostre e onestamente non mi giustifico questa sua assenza. Un pomeriggio, tornando a casa, mi sono visto un ammasso di vecchi cotoneaster al fianco di un cassonetto. Praticamente un mio vicino li aveva letteralmente estirpati con l'escavatore e così da questo cassonetto è cominciata la mia esperienza con queste piante. Purtroppo a causa della brutale estirpazione tutte hanno subito lacerazioni nella zona bassa del tronco che fortunatamente sono riuscito a trattare come shari o jin con buoni risultati o addirittura abbassando notevolmente la pianta. Sono tutte piante che hanno almeno 50 anni e con basi di validissime dimensioni per lo più coltivate in stile eretto informale (Moyogi) anche se non è una forma naturale per questa pianta credo sia di buon effetto, a tal proposito spesso mi sono sentito dire che questo stile non è adatto alla pianta ma onestamente oltre alla cascata o il prostrato non saprei cosa consigliare ed oltretutto credo che l'inventiva, quando rispetta le giuste proporzioni della pianta debba essere premiata. Il cotoneaster è una pianta molto robusta e resistente al freddo, purtroppo la sua crescita è molto lenta in quanto si sviluppa in molti rametti lunghi, bassi e orizzontali che crescono molto in lunghezza ma non in spessore creando così dei rami lunghi e terribilmente cilindrici. Solamente con una costante potatura si può ovviare all'allungamento dei rami favorendo l'arretramento della vegetazione e irrobustendo così la partenza dei rami. La così detta tecnica del taglia e lascia crescere. La sua propagazione si può ottenere facilmente per seme , talea e margotta aerea che consiglio vivamente, questa tecnica vi permetterà di impostare la parte da margottare anni prima di farla creando così il movimento e la conicità così scarsi in questa essenza sfruttando a pieno la forza della pianta madre. Solo allora vi converrà margottare, con la tecnica ad anello non ho mai avuto problemi, fino ad oggi attecchimento del 100% In maggio si può godere della loro splendida fioritura con fiori sempre piccoli ma di colore diverso secondo la specie, particolarmente amo il profumo della fioritura del mio cotoneaster drammeri ( Coral Beauty ) con fiorellini, singoli bianchi, che nella foto1 vediamo prima della potatura e rinvaso a 4 anni dall'espianto. Il Drammeri è un sempre verde che se opportunamente riparato dagli uccelli vi regala in primavera una colorazione fantastica perché al bianco della fioritura segue il rosso corallo del frutto che già nella tarda estate appare sulla pianta dando così per tutto l'inverno una grande vivacità di colore alla pianta. L'ho coltivata a zattera perché il suo groviglio di rami si era sviluppato in maniera così bassa ed articolata da non concedermi altre opportunità. La foto 2 purtroppo non rende il merito alla fruttificazione di questo bonsai esposto a fine settembre del 2003 alla mostra del Triveneto a Fiume Veneto (Pordenone). Dalla prima foto si può notare che il tronco sul retro (quello obliquo) è stato eliminato mentre la forcella al centro è stata impostata per un nuovo tronco che darà profondità e leggerezza al tutto (vedi foto2). I Cotoneaster resistono magnificamente al freddo, è sufficiente riparare il vaso (o per maglio dire il pane di terra) coprendolo con delle foglie secche.Vi consiglio a tal proposito di inserire il vaso in un contenitore di polistirolo con i bordi sufficientemente alti da contenere le foglie che coprono il terreno, in questo modo sarete avvantaggiati nella coltivazione del muschio che se ben fatto aggiunge fascino alla vostra pianta. Tenete presente che vivo a Belluno dove d'inverno si scende sempre sotto i –5 per diverso tempo con punte di –15 e in estate la siccità fa la sua parte anche se le temperature non sono come al sud. Non abbiate problemi con l'acqua in inverno, da novembre a febbraio inoltrato non li bagno mai anche perché stando in serra fredda l'umidità resta sempre molto forte ogni volta che le temperature salgono, nelle altre stagioni un terreno ben drenato vi eviterà i possibili ristagni così dannosi per i nostri bonsai. Il Cotoneaster è una pianta che supera tranquillamente anche i colpi di secco grazie alla sua forte capacità di generare nuove radichette e germogli per tutta la stagione vegetativa.
Questo orizontalis esposto al congresso UBI del 2002 e nel relativo catalogo mi ha dato non poche preoccupazioni a causa di un attacco da parte del rodilegno che solo fortuitamente ho scoperto essere presente nella pianta grazie alla mini segatura che l'insetto lasciava uscire dal foro. Purtroppo questo spiacevole insetto scava molteplici e lunghe gallerie all'interno del tronco e questo ne rende veramente difficile la individuazione.Ho utilizzato diversi insetticidi ma senza risultato fino a quando seguendo i consigli del buon falegname ho iniettato con una siringa del comunissimo antitarlo per legno in tutti i fori (erano tanti).Oggi la pianta gode di ottima salute ed ho potuto rinvasarla con facilità anche se ha dovuto riadattare lo shari ed il jin a causa dei tarli.Purtroppo la nota stonata di questa essenza e che la legna secca marcisce con facilità nelle zone aderenti al terreno e quindi va controllata e ripulita spesso da eventuali muffe applicando con frequenza il liquido per jin. Molta attenzione bisogna fare al rinvaso quando la legna morta è a contatto con il terreno questa senza che ve ne accorgiate si separa dalla parte viva se non si è addirittura frantumata,quindi vi consiglio di impugnare con decisione e cautela il piede della pianta quando la estraete dal vaso onde evitare che la parte viva e quella morta si separino. Come già detto inizialmente la pianta sviluppa rami e tronco molto tubolari ed essendo una essenza a lenta crescita è abbastanza difficoltoso trovare esemplari di buone dimensioni. Non ha problemi particolari sia per gli attacchi fungini che per afidi e cocciniglie varie, è sufficiente fare dei trattamenti preventivi. Con le piante giovani si possono avere buone soddisfazioni in tempi brevi basta cercare una impostazione per un mame o sohin così potranno trasmettere tutta quella grazia della quale abbondano veramente. Sulla destra ne vedete uno che anche se ancora in coltivazione non manca certo di fascino.
Galanti Roberto presidente del Bonsai Club Belluno
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